#coviddi e #social al contrario.

Cerco di portare qui #amici sui con scarsissimi risultati.
Solitamente da settimane faccio un post qui e poi lo condivido sull'altro social da zucconi.
Questa volta faccio il contrario, è possibile che sia uno degli ultimi da quella parte e/o che faccia pulizia di tutto o di molto, oppure che mi blocchino visti i recenti occhiolini in tema di censura fra Bidet e Zucco.

Pertanto copio qui, vediamo come va a finire.

#coviddi per gli amici
Visto che vedo diversi postare la odiosa e FALSA cantilena che recita:
"Io sono vaccinato
Io entro in contatto con la variante Delta
Io prendo il raffreddore
Io però non replico il virus",
Qui una risposta sintetica, nel link quella più completa (non mia).
1 Chi si in(o)cula può ammalarsi, il resto sono chiacchere dei media.
2 Chi si in(o)cula può tramettere il coviddi, anche se asintomatico.
3 Chi si in(o)cula si ammala in maniera meno grave (forse), ma al pari (nella migliore delle ipotesi) di chi è stato contagiato, ma per questi ultimi non si fanno statistiche, anzi li si invitano/obbligano ad in(o)cularsi comunque, contro le evidenze scientifiche che dicono che l'immunità acquisita da contagio è superiore è più duratura di quella indotta, chiedetevi il perchè, è facile...(vedi post precedenti)
4 Varianti: non si sa ancora nel dettaglio come e quando si generano, quindi è FALSO e COLPEVOLE attribuirne la colpa ai non in(o)culati; è noto che in genere si generano per aggirare le difese immunitarie, quindi essendo in gran parte in(o)culati si genereranno (ora) per colpa loro a voler essere precisi, tant'e che per infettare un non in(o)culato una detta variante non avrebbe necessità di esistere (una cosa semplice e logica ma tant'è...)
5 Per qualsiasi motivi nascano le varianti sarebbe auspicabile portare avanti le cure, ma vengono continuamente osteggiate mentre per le in(o)culazioni si fa una sperimentazione su scala planetaria di una tecnologia mai usata prima in questo modo (e non ditemi che non è vero, altrimenti siete delle CAPRE e non avete letto neanche le pagine che vi hanno fatto firmare per l'in(o)culazione.
Sono stufo, credo avesse ragione l'amico Andrea Chiaudano se e quando mi leggerà, sarà giunta forse l'ora di chiudere e mandare tanta gente in quel posto...
Qui una spiegazione più dettagliata (non metto il link ma il testo competo, nel caso dovesse "sparire").

DAL PROFILO FACCIA LIBRO DEL PROFESSOR MARCO CONSENTITO (cercate pure, direi abbastanza competente in materia, non un "complottaro" qualunque.

CATENE VIRALI 🌺🌺🌺
Gira in questi giorni sui social un post copia-incolla che inizia così:
"Io sono vaccinato
Io entro in contatto con la variante Delta
Io prendo il raffreddore
Io però non replico il virus"
E prosegue arrivando a insinuare che l'emergere di varianti resistenti ai vaccini sia "colpa" di chi non si vaccina.
Ora, in proposito conviene ricordare in primo luogo che anche chi si vaccina può ammalarsi, con minore probabilità di chi non si vaccina, ma se si ammala poi i rischi di aggravamento sono più o meno gli stessi (https://www.facebook.com/marco.cosentino.official/posts/4065471500166919).
Inoltre, conviene anche rendersi conto che chi si ammala, vaccinato o meno, alberga il virus nelle vie respiratorie ed è di conseguenza contagioso indipendentemente dalle sue condizioni vaccinali. Esistono tra l'altro casi documentati in cui il contagio è stato trasmesso da un vaccinato asintomatico (https://www.facebook.com/marco.cosentino.official/posts/3734427876604618). Il tema è purtroppo poco studiato per motivi forse anche in parte intuibili, e converrebbe a tutti che fosse esaminato molto più da vicino.
E poi c'è la faccenda delle varianti. Premesso che a oggi nessuno sa per certo da quali meccanismi originino le varianti, esse sono comunque mutazioni del genoma del virus che gli consentono di sfuggire più efficacemente alla risposta immunitaria dell'ospite, ed è perciò plausibile ipotizzare - anche in analogia con i meccanismi d insorgenza delle resistenze batteriche agli antibiotici - che esse siano favorite da un ambiente "ostile" al virus, che ostacolerà le "versioni" meno efficienti e in tal modo favorirà il prevalere di "versioni" più efficienti.
In persone che vengono in contatto per la prima volta col virus, non ci sono tuttavia barriere alla sua penetrazione e riproduzione, non c'è quindi motivo per ritenere che esistano fattori che favoriscano mutazioni particolari.
Un ambiente immediatamente ostile al virus è invece presente nei vaccinati tanto quanto nei guariti, peraltro con la differenza forse non secondaria che i vaccinati hanno solamente anticorpi contro la proteina spike e i guariti hanno anticorpi contro tutte le componenti del virus. In antrambi i casi il virus metterà in atto tutti i meccanismi in suo possesso utili a sfuggire alle difese immunitarie, comprese le mutazioni.
In altri termini, le mutazioni sono possibili nei vaccinati tanto quanto nei non vaccinati, e non ha alcun senso colpevolizzare questi ultimi per alcunchè. Farlo denuncia solo la propria limitata comprensione del quadro complessivo oppure, peggio, l'adesione a pregiudiziali politico-ideologiche strumentali e in mala fede.
Addirittura, ma di questo non c'è alcuna prova sperimentale, sarebbe non peregrino ipotizzare che un'immunità polarizzata sulla proteina spike potebbe favorire mutazioni a carico della spike che a loro volta aggirerebbero più facilmente l'immunità (la delta che in UK infetta di più i vaccinati suggerisce proprio questo), mentre un'immunità contro la struttura complessiva del virus (guariti, vaccinati con vaccini a virus inattivato) sarebbe meno selettiva e più difficile da aggirare. Ma sono mere speculazioni teoriche che richiedono studi specifici oggi completamente mancanti.
Infine, c'è pure chi - pur ammettendo che le cose stanno così, ovvero che con le varianti dobbiamo fare i conti indipendentemente dallo stato vaccinale - argomenta che sono meglio le varianti "da vaccino" dato che la circolazione del virus nella popolazione generale implica decessi in quantità. Ora, premesso che se ci si contagia poi il rischio di complicazioni compreso il decesso pare simile, vaccino o meno, e che le varianti come la delta in base ai primi dati paiono essere forse un poco più contagiose ma meno letali (dato UK, da approfondire ma questo è per ora), affermare che di covid si muore "in quantità" implica che si sta negando la curabilità della malattia e si sta quindi cadendo nell'errore esiziale - è il caso di dirlo - di mettere i vaccini al primo e unico posto quando invece vaccini e cure sono le due armi, del tutto integrate e complementari con cui si uscirà da questa crisi. Le cure prima e più dei vaccini, dato che anche da vaccinati comunque ci si ammala fino alle streme conseguenze, e non si ha invece ancora alcuna notizia fin qui di varianti che siano resistenti alle cure.

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