#femminismoealtreliberazioni
Gli allevamenti “felici” non esistono. Nessun animale vi muore di morte naturale. Il mattatoio è il grande assente dei documentari sul “benessere animale”
“... Il messaggio che arriva è che le mucche esistano per fare il latte, che abbiano sempre il latte. Sappiamo che non è così, che le mucche, come tutti i mammiferi, producono il latte solo dopo il parto e che i vitellini maschi, dopo lo svezzamento e raggiunto il peso necessario per il mercato, vengono mandati al macello. Ma a questo non c’è il minimo accenno nel film. Tutte hanno le mammelle gonfie, ma non si sa quando abbiano partorito e dove siano i loro vitellini. Poco prima dell’unico parto che viene mostrato, Pierre si augura che sia femmina. Una femmina significa un’altra schiava per produrre il latte. “
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“Quando ci rivolgiamo a un animale parlando di “carne”, qualcuno che ha una sua propria vita, che è un essere unico, viene trasformato in qualcosa che non ha un carattere distintivo, nessuna unicità né individualità. Ciò che è sul tavolo di fronte a noi non è privo di specificità. È la carne morta di quello che un tempo era un essere vivente e senziente. Noi tramutiamo qualcuno, che è un essere unico, e quindi non il referente appropriato di un termine di massa, in qualcosa, cui è appropriato riferirsi con un termine di massa.”
Carol J. Adams, La politica sessuale della carne, edizioni Vanda
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