#bicicletta

giugiu@pod.orkz.net

di Emilio Previtali.
La trasformazione in atto in questo paese è silenziosa, infida e preoccupante. Mai come quest’anno le esigenze legate a una mobilità sostenibile sono state al centro del dibattito. Mai come in questi giorni, concretamente, ci siamo trovati a fare i conti con la necessità di cambiare stile di vita, abitudini e perfino i luoghi in cui viviamo: le nostre città, gli spazi in cui lavoriamo, i locali in cui ci raduniamo o incontriamo, i mezzi su cui viaggiamo, tutto è stato messo in discussione. Tutto. Sulla carta, perlomeno.
Ciascuno di noi cittadini ha fatto la propria parte e la sta facendo, tutti abbiamo fatto dei sacrifici e molto probabilmente nelle prossime settimane ci verrà chiesto di farne di nuovi. Quanti di voi hanno stravolto le proprie abitudini per fare fronte alle nuove norme, alle nuove esigenze, ai nuovi problemi? Quanti di voi si alzano un’ora prima, tornano un ora dopo, fanno un giro più lungo per andare a scuola o a lavorare? Tutti si sforzano di usare mezzi alternativi come le bici, moto, scooters, perfino i monopattini. Avreste mai pensato di andarci davvero da qualche parte, in monopattino o in bicicletta? Eppure alla fine, si può fare. Tutti ci stiamo provando.
Ed è questo il problema.
L’unica certezza incrollabile di questo paese, l’unica priorità, sono le auto. Con una ostinazione oltre ogni ragionevole logica da parte dei nostri enti e del nostro sistema di governo locale e centrale ci sforziamo di sostenere un mercato, un sistema produttivo, un indotto, un idea di civiltà e di vita basata sulle automobili.
L’automobile tiene ostaggio noi, le nostre città, il nostro sistema produttivo e in definitiva le nostre vite ed il nostro futuro, e molti di noi (non abbastanza velocemente, purtroppo) se ne stanno rendendo conto. Ecco quindi arrivato il momento delle lobby legate all’automobile di alzare il tiro, di spostare la necessità del conflitto (conflitto, esatto, come altro potremmo chiamarlo?) su un’altro piano. La strategia è chiara: ribaltare il postulato. In nome della sicurezza, tutto è legittimo e può diventare digeribile.
L’obiettivo è questo: rendere le biciclette un mezzo scomodo.
Dite la verità: il motivo per cui vi costruiscono delle ciclabili assurde, pericolose, impossibili da pedalare o da percorrere, oppure per cui vi chiedono di vestirvi da giullare, o fanno campagne come questa che sono vergognose, non lo avevate messo a fuoco bene. È un progetto preciso.
Il metodo d’ora in avanti sarà questo che vedete nel video e cioè quello di cambiare la narrazione: tocca ai ciclisti farsi vedere, non agli automobilisti andare piano o agli amministratori costruire delle città ciclabili o pedonabili e vivibili. Cari ciclisti (e non ciclisti, che le bici le usate per sforzarvi di essere più rispettosi dell’ambiente e delle città e vi siete perfino piegati al monopattino) se qualcuno vi mette sotto, la colpa è vostra che non vi vestite da giullare del circo fluorescente mentre l’automobilista, in una zona trenta a bordo di un carroarmato da 350CV dotato di fari allo xeno, radar, sistema di guida elettronico, sistema automatico di frenata, ABS, ESP, pneumatici maggiorati e tutte quelle cose che ci sono sulle automobili di oggi, non ha colpa. Praticamente, mai.
Non ce l’ha perché vi ha avvertito con video o campagne come queste e se decidete di andare in canottiera e ciabatte al bar a un km da casa vostra a bere un caffè, facendo a zigo-zago tra le auto parcheggiate sul marciapiedi e nel frattempo qualcuno vi investe, beh la colpa è vostra perché siete degli irresponsabili. Soprattutto perché queste cattive abitudini di andare in giro in bici tranquilli e pacifici rinunciando all’automobile, la volete inculcare anche ai vostri figli.
Dobbiamo farci attenzione perché questa strategia non ha a che fare solo con la sostenibilità e con l’uso della bicicletta, ma con ogni cosa. Da stasera vi chiederanno di stare a casa dalle 23 alle 5, usano la parola coprifuoco come se fossimo in guerra, non lo siamo ma in effetti è come se lo fossimo. I nostri nemici però non sono il covid o la pandemia: i nostri nemici sono la inefficienza e il desiderio malcelato di questo paese di non cambiare mai un cazzo di niente, facendo finta che stiamo cambiando tutto. Ribellatevi.
Il video che dovrebbe farvi incazzare, è questo qui.
https://www.youtube.com/watch?v=QS47DPrl0Rk
Emilio Previtali. #bicicletta #sistema #automobile #macchina #sicurezza #bike